Teresa Noce: Estella

Teresa Noce: Estella.
Una grande figura nella storia del movimento operaio
Enciclopedia della Resistenza – 30/09/2002

Nata a Torino il 29.7.1900, morta a Bologna il22.1.1980; organizzatrice sindacale. Di famiglia poverissima, cominciò a lavorare da bambina e dovette lasciare la scuola dopo la IV elementare. Nel 1917 entrò in fabbrica, tornitrice alla Fiat Brevetti. Partecipò attivamente alle lotte del proletariato torinese contro la guerra, al termine della quale perse il fratello maggiore, unica figura famigliare in cui sentiva di identificarsi. Decise così di impegnarsi nell’azione politica. “Fu terribile. Non mi rassegnai alla morte di mio fratello. Non potevo e non era giusto. Non avevo che lui. Il dolore, fin da allora, mi si trasformò in furore e in desiderio di lotta”. “Rivoluzionaria professionale”
Di carattere volitivo e spesso angoloso, Teresa Noce fu certamente un personaggio di spicco nelle file del movimento torinese, poi nel gruppodell’emigrazione comunista italiana.
Nel 1920 la giovane operaia fu tra i fondatori del Circolo giovanile socialista del popoloso rione torinese di Porta Palazzo e, più tardi, ne venne eletta segretaria. Nel 1921 vi conobbe Luigi Longo, allora studente di ingegneria ma già con funzioni responsabili nel Partito Comunista a Torino, con il quale contrarrà matrimonio e avrà tre figli (uno dei quali morirà in tenerissima età).
Redattrice de “La voce della Gioventù” nel 1923 a Milano (dove subì anche un breve arresto e il rinvio a Torino con foglio di via), nel gennaio 1926 seguì il marito a Mosca, poi a Parigi. Nel 1928 fu inviata a frequentare la scuola leninista per quadri del Komintern, dove rimase circa un anno. Di nuovo a Parigi nel 1929, fece parte del gruppo ristretto di funzionari che sotto la guida di Palmiro Togliatti, Ruggero Greco e dello stesso Longo, all’inizio degli anni ’30 mirò a sviluppare lotte di massa in Italia.
Nel quadro della “svolta” imposta a questo lavoro, tra il 1931 e il 1932 anche Teresa Noce compì viaggi clandestini in varie regioni italiane, finché i numerosi arresti di militanti e funzionari imposero al partito di sospendere tale attività. Nel 1933-34 la Noce seguì nuovamente Longo a Mosca e lavorò nel Profintern (Internazionale dei sindacati rossi). Poi ancora a Parigi, dove contribuì alla nascita di Noi Donne , mensile diretto da Xenia Sereni.
Nel 1936 fu inviata in Spagna per curare la pubblicazione di Il Volontario della Libertà, destinato agli italiani combattenti nelle Brigate Internazionali.
Rientrata in Francia nel 1938, allo scoppio della Seconda guerra mondiale fu internata (in quanto cittadina di paese nemico) nel campo di Rieucros. Ne venne liberata, dopo l’armistizio franco-tedesco, per intervento delle autorità sovietiche (allora alleate alla Germania nazista) e autorizzata a lasciare la Francia insieme a Longo per raggiungere l’U.R.S.S., dove già risiedevano i suoi due figli. Sennonché si trovò improvvisamente bloccata a Marsiglia in seguito all’invasione tedesca dell’Unione Sovietica (giugno 1941). Mentre il marito, arrestato, veniva consegnato alla polizia italiana, la Noce poté sfuggire all’arresto e, da quel momento, cominciò a lavorare per il Partito Comunista Francese come responsabile della M.O.I. (Mano d’opera immigrata) a Marsiglia. Collaborò all’organizzazione della lotta armata condotta dai Francs-tireurs-et-partisans finché, all’inizio del 1943, durante un viaggio illegale a Parigi fu a sua volta arrestata. Trascorsi alcuni mesi in carcere senza essere individuata, partì con un convoglio di deportate destinate in Germania. Dopo una breve tappa nel campo di transito di Ravensbruck, fu inviata a Holleischen (Cecoslovacchia) dove lavorò in una fabbrica di munizioni fino al termine della Seconda guerra mondiale, allorché il campo venne liberato dalle truppe dell’Armata Sovietica.

Dopoguerra
Tornata a Parigi nel maggio 1945, al suo arrivo fu arrestata dalla polizia militare francese, questa volta per sospetto “collaborazionismo” con i tedeschi. Rimase in carcere fino a luglio, quando un intervento del P.C.F. ne ottenne la liberazione.
Rientrata in Italia, riprese l’attività politica nelle file del P.C.I.. Eletta membro del Comitato centrale e della Direzione del partito al 5° Congresso (1946), fu riconfermata nelle cariche al 6° e al 7° congresso. Nello stesso tempo veniva designata consultrice nazionale, poi eletta alla Costituente e infine alla Camera nella prima e seconda legislatura.
Segretaria generale della F.I.O.T. (Federazione impiegati e operai tessili) dal 1947 al 1965, dal 1949 al 1958 fu anche presidente dell’Unione internazionale sindacale dell’abbigliamento. La separazione da Longo (cui seguirà il divorzio) verso la fine del 1953 determinò nella vita di Teresa Noce “una svolta personale e politica”. Perdute le cariche politiche e sindacali, dal 1959 fece parte per alcuni anni del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro in rappresentanza della C.G.I.L., poi si ritirò a vita privata. Racconterà per esteso le proprie esperienze di comunista e di donna nel libro “Rivoluzionaria professionale”, edito da La Pietra nel 1974.

Fra le altre sue opere si ricordano : Garibaldini in Spagna, Madrid 1938 (reprint Milano 1966); Gioventù senza sole, Roma 1950; Domani farà giorno (Milano); Vivere in piedi (Milano 1978)